Comincia un decennio che si preannuncia decisivo per l’intera razza umana. Siamo entrati nel pieno della crisi del globalismo, con ciò che comporta a livello socio-economico e politico. E’ in atto una vera e propria guerra tra fazioni diverse, entrambe legate al modello capitalistico, una più conservatrice e “nazionalista”, l’altra che spinge con decisione per la mondializzazione e l’omologazione a un modello unico per tutte le civiltà del pianeta. Le elezioni americane del novembre di quest’anno diranno molto sullo stato del conflitto.Queste due identità non sono conciliabili e rappresentano anche modelli differenti sul piano geopolitico: l’ordine mondiale a guida americana si sta già scontrando da tempo con le spinte multipolari date dalla crescita esponenziale dell’influenza di stati di grande estensione e di antica civiltà come la Cina, la Russia, l’India. Questo scontro, per ora giocato sul piano politico, diplomatico ed economico, non esclude affatto la possibilità di un’escalation militare che avrebbe effetti disastrosi, forse letali per la stessa sopravvivenza dell’uomo.
La nostra società, nel corso di tutti gli anni ’10, è stata scossa dalle tendenze disgregatrici dei modelli tradizionali della società. Sul piano lavorativo, complici anche i governi “tecnici” seguiti alla caduta (eterodiretta) del governo Berlusconi nel 2011, si è imposto il precariato, che rappresenta un problema non solo di natura economica e sociale, ma anche esistenziale per milioni di giovani, costretti a vivere in un limbo fatto di ansie, costrizioni e, in molti casi, necessità di emigrare. Negli ultimi dieci anni, centinaia di migliaia di italiani hanno dovuto lasciare il Paese per trovare prospettive migliori altrove. La depressione sociale che ha attanagliato gli anni ’10 ha contribuito a un clima sociale avvelenato, alimentato dalla cattiva informazione che ha polarizzato i conflitti orizzontali, interni alla società: gruppi LGBT contro attivisti cattolici, “no vax” contro “sì vax”, “salviniani” contro “sardine”. L’elenco non finirebbe qui, gli esempi anche minori, infatti, abbondano.
In questo clima “elettrico” cominciano gli anni ’20, un’epoca n cui tutte le crisi aperte negli anni ’00 e ’10 giungeranno a maturazione. AlterLab ci arriva pienamente consapevole dell’entità della sfida. Oggi salutiamo fraternamente Alberto Melotto, che ha deciso di lasciare dopo aver svolto con efficacia e dedizione il ruolo di segretario organizzativo dell’associazione nel nostro primo anno di vita. Nei primi mesi di quest’anno annunceremo un’importantissima iniziativa che darà grande impulso alla nostra attività. Nel frattempo continueremo con le nostre consuete iniziative di formazione e approfondimento: il prossimo appuntamento domenica 12, con il reporter Giorgio Bianchi, su piattaforma Zoom.
A presto, e buon viaggio intorno al sole.