Appello contro la repressione mediatica.

Di Paolo Borgognone e Alberto Melotto, segretario organizzativo di AlterLab.

L’attuale sistema politico-mediatico insiste sulla sacralità del diritto, soprattutto se appannaggio delle cosiddette “minoranze”.  A detta di questi falsi profeti, sepolcri imbiancati dei nostri tormentati tempi, ogni individuo potrebbe esprimersi nella più totale libertà, anche grazie ai social network e ai nuovi strumenti di comunicazione digitale, che di fatto, renderebbero obsoleto il ricorso ai media tradizionali. Questa narrazione, si scontra oggi con una realtà ben diversa, intrisa di divieti e repressione.

Nelle ultime settimane singole persone, associazioni e partiti politici si sono visti chiudere le proprie pagine Facebook. Tutto questo, senza valide argomentazioni, che non fossero quelle, risibili e grottesche,  di una “diffusione dell’odio”. Ma chi sono queste persone e queste associazioni? Non c’è fra loro una precisa affinità ideologica, ma certamente tutte queste persone condividono una forte avversione verso il capitalismo globale.

Sono stati colpiti autori indipendenti come Paolo Borgognone, Alessandro Pascale, Roberto Vallepiano, Omar Minniti, Paolo Becchi, pagine come Fronte dei Popoli e Premio Goebbels per la disinformazione, pagine di partiti politici, come quella di Vox Italia, e molti altri ancora.

Il pretesto è stato quello di identificare come fascisti e  nazisti tutti costoro, la cui unica colpa è stata quella di denunciare le contraddizioni e gli orrori del totalitarismo liberale e dell’unipolarismo americano in politica internazionale.

Queste voci fuori dal coro, costituiscono una precisa minaccia per l’establishment al servizio del capitale finanziario trans-nazionale, perché mettono in dubbio la legittimità stessa di istituzioni quali l’Unione Europea, nel portare avanti politiche predatrici, di spoliazione della ricchezza faticosamente acquisita dai popoli europei negli scorsi decenni.  Alcuni fra loro hanno osato pronunciare, in modo critico, consapevole e non strumentale, la parola sovranismo, a ricordare il sacrosanto diritto dei popoli ad autogovernarsi, a scegliere senza vincoli e ricatti di alcun genere le politiche sociali ed economiche che più si confanno alle proprie esigenze, attuali e future.

Queste persone hanno perciò optato per un’attenzione non faziosa verso l’emergere di forze elettorali, di destra e di sinistra, contrarie all’appiattimento ai voleri dei tecnocrati di Bruxelles e dei centri finanziari internazionali (Wall Street, City di Londra) e hanno manifestato profondo interesse per fenomeni epocali e portatori di un cambio di prospettiva, quali la Brexit , l’elezione alla presidenza americana di Donald Trump e il voto italiano del 4 marzo 2018, che, pur confusamente, ha fatto emergere una netta volontà di cambiamento rispetto ai paradigmi stabiliti in alto loco.

Ancora, chi si è visto bloccare pagine e profili paga lo scotto di aver difeso il multipolarismo geo-politico, e l’aver descritto senza pregiudizi quelle nazioni che difendono la propria indipendenza politica e militare senza voler abdicare a secoli di storia e di cultura nazionale. Quest’indipendenza intellettuale spiace ai maggiorenti universali, che, di fatto, hanno operato su più fronti, facendo pressione per giungere al vergognoso voto del Parlamento Europeo che intende mettere al bando i simboli del comunismo, di fatto operando una falsificazione plateale della storia del ventesimo secolo e giungendo a cancellare il fondamentale contributo dell’Armata Rossa sovietica per sconfiggere il nazi-fascismo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

 Ancora, non possiamo tacere su uno degli episodi più infamanti della vita politica recente, l’arresto del tutto arbitrario di Julian Assange.

Assange ha saputo svolgere un’opera altamente meritoria nello svelare il doppio fondo della politica fintamente umanitaria degli Stati Uniti d’America. Una realtà nascosta, che una volta venuta alla luce ha rivelato segreti inquietanti. Invece di venire portato alla più alta considerazione della pubblica opinione mondiale, Assange deve ora subire un’immeritata prigionia, aggravata da condizioni di salute sempre più precarie, che non permettono di essere ottimisti per la sua stessa sopravvivenza.

Per questo invitiamo la popolazione italiana a non lasciarsi incantare dalla propaganda mistificatrice del regime televisivo, e a serrare le file di fronte al comune avversario, quei poteri economici che intendono indebolire il nostro tessuto sociale, politico e umano, a cominciare dalla Costituzione, nata in una temperie sociale e politica che intendeva ridare dignità e speranza al singolo individuo e alla comunità italiana nel suo insieme.

ADERISCONO ALL’APPELLO:

Paolo Borgognone – Asti

Alberto Melotto – Torino

Giulietto Chiesa – Roma

Marco Martini – Genova

Simone Lombardini – Genova

Silvia Forlivesi – Ravenna

Cristoforo Attardo – Ragusa

Roberto Germano – Napoli

Velimir Tomovic – Verona

Ilaria Tallone – Genova

Ermelinda Conte – Monza

Alex Marsaglia – Torino